Le domande più frequenti sull’applicazione del trattamento chirurgico
Cosa fare quando uno specialista propone un intervento?
L’indicazione d’intervento chirurgico dev’essere valutata sulla base di un esame approfondito del caso e tenendo in considerazione tutti i fattori, tra i quali le possibili diagnosi e trattamenti, l’età del paziente, la qualità di vita, le aspettative, ecc.
Quando è opportuno applicare il protocollo chirurgico del Filum System® (FS®) alla Malattia del Filum?
Il più presto possibile, appena si riscontra la patologia, per eliminarne la causa e arrestarne lo sviluppo. Quando si stabilisce la diagnosi di Malattia del Filum, questa implica l’esistenza di deterioramento fisico, soprattutto neurologico, progressivo.
Ci sono dei casi in cui i pazienti sono asintomatici ma con espressione anatomica della malattia (dalle immagini di RM e RX)?
Non abbiamo riscontrato in nessun caso pazienti asintomatici: in più di 3000 visite diagnostiche nel nostro centro abbiamo sempre individuato nell’esame fisico o nella storia clinica segni o sintomi della patologia, che emergono senza che il paziente o i professionisti sanitari precedentemente consultati se ne siano resi conto.
Secondo la nostra esperienza clinica, ci sono diversi tipi di condizioni nei pazienti con Malattia del Filum:
Malati con molti sintomi e/o segni e poca espressione anatomica della patologia
Senza uno studio specialistico degli esami di risonanza magnetica e radiologici, molti pazienti di questo tipo non ottengono una diagnosi (per esempio: abbassamenti delle tonsille cerebellari molto lievi; segni d’ischemia/edema nel midollo spinale come espressione di una pre-siringomielia; meno di 10º di deviazione della curvatura vertebrale nella scoliosi). Tutto ciò solitamente ritarda le diagnosi e l’applicazione del trattamento, con il rischio di un ulteriore deterioramento del paziente a livello neurologico.
Malati con pochi sintomi/segni e molta espressione anatomica della patologia
Alcuni malati scoprono per caso che lo sono per mezzo di risonanza magnetica, ma se credono di non avere sintomi, prendono la decisione di non operarsi, perché ritengono che la loro qualità di vita sia soddisfacente (non sanno come sarebbe senza la malattia). Il FS® è da applicare anche in questi casi il prima possibile, perché c’è sempre un deterioramento fisico e il rischio che qualche sintomo o lesione non percepiti si aggravino (frequentemente perdita di forza e di sensibilità, nel capo e negli arti), e una volta iniziato questo peggioramento, può diventare irreversibile. Oltre a questo, l’Abbassamento delle Tonsille Cerebellari (ATC) o la Cisti Intra-Midollare (CIM) implicano un rischio di compressione del tronco cerebrale nel foro occipitale, dovuto alla forza di trazione che genera tensione e impatto, quindi potrebbero non solo compromettere la qualità di vita, ma anche mettere quest’ultima in pericolo (morte improvvisa).
Malati con sintomi/segni ma senza espressione anatomica
In alcuni casi sono stati diagnosticati di Malattia del Filum pazienti che non trovavano la causa anatomica di quadri clinici molto simili a quello della patologia (per esempio: impegno delle tonsille cerebellari, sindrome d’Arnold Chiari 0; Sindrome Neuro-Cranio Vertebrale clinica). Grazie all’esame approfondito dei nostri specialisti a livello encefalico, del tronco cerebrale e del midollo spinale, e dopo l’esclusione di qualsiasi altra patologia co-morbida, viene indicata l’applicazione del FS®, con risultati eccellenti.
Malati con espressione anatomica severa e apparentemente senza sintomi
Molti neurochirurghi che non condividono il FS® suggeriscono di aspettare che compaiano i sintomi per operare, a volte addirittura in casi di abbassamento severo delle tonsille cerebellari o di cavità siringomieliche estese. Questo perché il trattamento chirurgico di elezione è la Decompressione o craniotomia sub-occipitale, con un rischio maggiore che le stesse espressioni anatomiche severe, e l’intervento potrebbe peggiorare ancora di più il quadro clinico del malato. I neurochirurghi del FS® invece raccomandano di applicare il trattamento chirurgico nonostante l’apparente assenza dei sintomi, poiché in realtà è stato confermato con il nostro metodo che non esistono casi asintomatici, almeno a livello di segni, riflessi o disfunzioni. La patologia è già attiva, per tanto è raccomandabile operare appena possibile, per evitare ulteriori peggioramenti a livello anatomico e della condizione clinica del paziente.
Perché molti neurochirurghi consigliano di aspettare ad applicare un trattamento chirurgico?
Quando i trattamenti di elezione per la Sindrome d’Arnold Chiari I sono la decompressione o la craniotomia suboccipitale e per la cavità siringomielica idiopatica la siringostomia, a seconda del caso è consigliata l’osservazione invece dell’intervento. Si tratta d’interventi chirurgici maggiori, che implicano rischi più elevati e complicazioni più frequenti in confronto a quelli della stessa patologia. Nel caso in cui la malattia non comprometta ancora troppo la qualità di vita del paziente, e i sintomi non siano molto gravi, dunque i sostenitori di questi metodi considerano che non sia necessario operare.
Ci sono casi in cui si consiglia aspettare ad applicare il Filum System®?
Il protocollo chirurgico di sezione del filum terminale del metodo sanitario FS® per la Malattia del Filum in generale comporta un rischio minimo, è stata riscontrata solamente una remota possibilità d’infezione o ematoma della ferita chirurgica come in altri interventi chirurgici. Per tanto, viene raccomandato che sia applicata il prima possibile, per eliminare le lesioni che si stanno producendo a livello dei tessuti in tutti i casi in cui viene diagnosticata l’esistenza della patologia, con solo un minimo rischio chirurgico, quasi nullo in confronto a quello della patologia.
Come influiscono sulla malattia il FS® e gli interventi di decompressione sub-occipitale e siringostomia?
Il FS® elimina la causa della patologia, non le sue conseguenze, con il fine di bloccare l’avanzare della patologia. In molti casi, nonostante non si tratti di un’azione che influisce direttamente sugli effetti della patologia, possiamo osservare una risalita delle tonsille cerebellari, o una riduzione della cavità siringomielica, o un raddrizzamento della colonna deviata. Se si opera il prima possibile, s’interrompe il peggioramento dei sintomi e si favorisce il miglioramento di quelli che sono ancora reversibili nel momento dell’operazione.
D’altra parte, la decompressione sub-occipitale e la siringostomia non eliminano la causa della patologia (“Siringomielia, escoliosis y malformación de Arnold-Chiari idiopática. Etiología común”, Rev Neurol. 1996 Aug; Volúmen 24, Nº 132; 937 – 959, Royo-Salvador MB – “Platibasia, impresión basilar, retroceso odontoideo y kinking del tronco cerebral, etiología común con la sirignomielia, escoliosis y malformación de Arnold-Chiari idiopáticas”, Rev Neurol. 1996 Oct; 24 (134):1241-50, Royo-Salvador MB), che è la trazione anomala causata da un filum terminale eccessivamente teso, e la lasciano attiva.
Questo spiega perché i pazienti tornano a presentare i sintomi dopo qualche anno dalla decompressione sub-occipitale (“Hindbrain decompression for Chiari – syringomyelia complex: an outcome analysis comparing surgical techniques”, C. Hayhurst, O. Richards, H. Zaki, G. Findlay & T. J. D. Pigott, Department of Neurosurgery, Walton Centre for Neurology and Neurosurgery, Liverpool, UK).
Da cosa dipende il decorso post-operatorio della clinica?
Dipende dall’immediata applicazione del FS®, dal protocollo chirurgico, a quello di riabilitazione, al follow-up negli anni successivi. Sappiamo che, anche se nella maggior parte dei pazienti sono stati osservati diversi miglioramenti, il decorso clinico dipende dalla reversibilità o non reversibilità delle lesioni nel momento dell’intervento di sezione del filum terminale. Perciò si raccomanda di realizzare quest’ultimo prima che si producano lesioni irreversibili per la tensione anomala di un Filum terminale eccessivamente teso.